Giorno 1: in volo verso gli Stati Uniti


Il gran giorno è arrivato: dopo mesi di preparazione finalmente si parte! Sveglia a un orario folle per essere in aeroporto con almeno due ore di anticipo, arriviamo a Linate verso le 5:00 e lo scenario che ci si presenta è, come spasso accade, caotico: centinaia di persone si spostano con le proprie valigie alla ricerca della propria meta… Qualche problema con le macchine per il check-in automatico, che non riconoscono la nostra prenotazione, poi finalmente consegniamo il bagaglio di stiva (chiediamo se lo ritireremo direttamente a San Francisco, prima ci viene detto “forse” e poi “sì”…), quindi ci presentiamo all'imbarco!

A più di 10.000 metri sopra l'Atlantico
A più di 10.000 metri sopra l'Atlantico

Il volo (Alitalia) verso Londra passa velocemente, in fondo la tratta è di sole 2 ore (nulla in confronto con la prossima!), e ne approfitto per riposare un po’. Arriviamo a Londra in orario, aeroporto di Heathrow. Ci aspetta una pausa di 4 ore prima di ripartire, ma per fortuna l’area del duty free è enorme! Prendiamo un pullman per raggiungere il nostro terminal: mi accorgo che stiamo andando contromano, poi mi ricordo che siamo in Inghilterra… 


Ritiriamo i biglietti per il volo verso San Francisco dal bancone della Virgin Atlantic, e ha inizio il nostro primo vero scontro con la lingua inglese! L’operatore mi chiede qualcosa che non capisco, chiedo di ripetere e con qualche sforzo il mio compagno di viaggio capisce che vuole sapere dove alloggeremo negli Stati Uniti! Mi ero preparato una tabella riportante, per ogni giorno, l’indirizzo delle strutture in cui avremmo dormito da consegnare in caso di smarrimento bagagli: la prendo, la mostro all’operatore che, soddisfatto, registra i primi indirizzi. Passiamo il tempo muovendoci per i negozi e notiamo come la famiglia reale sia spesso raffigurata su cioccolatini e altri prodotti. Dopo una lunga attesa ci dirigiamo verso il gate, quindi ci imbarchiamo: 12 ore di volo e saremo a San Francisco!

Non avevo mai preso un volo per una tratta così lunga e temevo di morire di noia, ma fortunatamente non è stato così! Ogni sedile è dotato di un monitor e di un telecomando, ogni passeggero può così passare il tempo guardando film (sul mio volo nessuno era in lingua italiana), filmati sulle principali città del mondo, ascoltare musica e persino giocare contro gli altri passeggeri. Durante il volo, più o meno ogni ora, ci viene servito qualcosa da mangiare o da bere (tutto compreso nel prezzo del biglietto): si inizia da un aperitivo, quindi un piatto freddo, poi un piatto caldo a scelta tra tre opzioni, e poi dolci, gelati, caffè e tè accompagnato da un pasticcino e da due sandwich con crema di cipolla (davvero buoni). Poco dopo la partenza, il personale di bordo ci consegna il custom declaration, un modulo da compilare con dati anagrafici e informazioni relative al denaro contante che abbiamo con noi e all'eventuale materiale commerciale che intendiamo vendere negli Stati Uniti. 

Facciamo amicizia con i nostri vicini di posto, una coppia di simpatici signori inglesi di mezza età, diretti alle Hawaii a cui è piaciuto molto Lost: parlare con loro è un’occasione per riscaldare il nostro inglese (la cui conoscenza non va oltre il livello scolastico…), il tempo passa in fretta e arriviamo a destinazione con un’ora di anticipo!

Il benvenuto dell'Aeroporto Internazionale di San Francisco
Il benvenuto dell'Aeroporto Internazionale di San Francisco

Siamo all’Aeroporto Internazionale di San Francisco e non sono neppure le 16:00 (ora locale), ma ancora non sento di essere arrivato negli Stati Uniti: dobbiamo ancora superare una prova, l’immigration! Ci mettiamo in coda insieme agli altri turisti, e la coda è davvero lunga. Con immigration si intende il controllo doganale a cui si deve sottoporre chiunque vuole entrare negli Stati Uniti: il militare addetto può decidere che dovete tornare a casa a vostre spese! Questo può capitare se dichiarate di essere disoccupati o se dite di essere negli Stati Uniti per cercare un lavoro e vi presentate con il solo permesso turistico. Quando è il mio turno consegno l’ESTA e il custom declaration, mi vengono prese le impronte digitali e mi viene scattata una foto, quindi inizia il colloquio: mi viene chiesto il motivo del viaggio, qual è il mio lavoro e quanti soldi in contanti ho con me. Sul lavoro mi sono state fatte domande specifiche, mi è stato chiesto quante persone lavorano con me e come si chiama l'azienda di cui faccio parte. Mi è stato pure chiesto come ho conosciuto il mio compagno di viaggio e di mostrare il biglietto di ritorno. Superata l’immigration ritiriamo il bagaglio di stiva e procediamo lungo un corridoio in fondo al quale, sopra le porte di sicurezza, c’è un cartello con scritto Welcome to San Francisco: è proprio il caso di dirlo, America, siamo arrivati!

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