Giorno 2: il viaggio in cable car e la foschia del Golden Gate Bridge

Alla fermata del cable car troviamo un pò di persone in attesa sul marciapiede: siamo sulla linea Hyde-Powell, la più apprezzata dai turisti perché presenta la pendenza più elevata, e abbiamo deciso di non cominciare il viaggio da un capolinea, probabilmente ancora più affollato. Sono le 16:30, la temperatura sta iniziando a calare e un vento freddo ci soffia addosso. L’attesa – ma è solo la prima! - non dura molto e come un corpo solo la piccola folla si agita e si muove verso la carrozza in arrivo, da cui spunta uno dei due addetti che però annuncia esserci posto per una sola persona! Il "fortunato" sale a bordo e tutti gli altri, tra cui io e il mio amico, si rimettono in paziente attesa. Dopo circa un quarto d’ora un suono metallico, una vibrazione, proviene dal centro della strada, nel solco in cui scorre senza tregua il cavo d’acciaio che traina il veicolo, veicolo che non tarda ad apparire alla nostra vista. Questa volta la folla si muove ancora più decisa e qualcuno salta a bordo, saltando però anche la coda! Una signora grida “there’s a queue!” (“c’è una coda!”) – la stessa signora non si farà però scrupoli nel tentare di passare davanti a noi, alla prossima occasione… –, l’addetto al mezzo riporta l’ordine e fa salire 5 o 6 persone, ma non tocca ancora a noi. 

Il cable car, il mezzo trasporto più esclusivo di San Francisco!

Passerà un altro mezzo prima che riusciremo a salire, dopo un attesa di quasi un’ora: veniamo fatti accomodare all’interno del veicolo e non potremo così gustarci l’esperienza di un viaggio aggrappati all’esterno della carrozza! Il cable car riprende il suo viaggio - l’autista suona una campana per farsi chiassosamente largo tra i mezzi che occupano la strada - e presto intraprende lentamente una lunga salita che sarà teatro di un’insolita e simpatica sfida con un ciclista, che in un primo momento riesce a tenere il passo per poi venire sorpassato ma avere la meglio quando la nostra carrozza farà sosta a una fermata nel mezzo di una discesa. Quando arriviamo nei pressi del Financial District, scendiamo: l’esperienza non mi ha entusiasmato perché stando all’interno sembra quasi di essere a bordo di un normale pullman affollato e la lunga attesa non ne è valsa la pena, ma era senz’altro una cosa da provare!

Camminiamo un po’ tra i grattacieli, quindi decidiamo di raggiungere il Golden Gate Bridge. Il ponte sembra essere l’unica cosa non ben collegata al centro città: per arrivarci dovremo cambiare più mezzi e camminare un bel po’, mentre il sole tramonta sulla baia e sulla città di San Francisco. Non troviamo una fermata del pullman segnata sulla mappa, quindi ci facciamo aiutare da una ragazza, che estrae il suo cellulare e grazie a Google Maps ci porta nel punto esatto in cui dovrebbe esserci la fermata, ma non c’è nessuna indicazione, così continuiamo a piedi! Con un pò di fatica giungiamo al Golden Gate Bridge quando ormai sono le 20:00: la temperatura è scesa velocemente, alcune persone indossano sciarpe, alcuni persino piumini. 


Il Golden Gate Bridge nascosto dalla nebbia

L’immagine del ponte è davvero particolare e diversa da quella che abbiamo visto in mattinata: le torri e i cavi che lo sostengono sono completamente avvolte dalla nebbia e le luci gialle dei lampioni sembrano fiamme di candele che si perdono in un fumo grigio, il ponte si tuffa nella foschia e non si scorge fin dove arriva. Del bel colore arancione che sfoggiava orgoglioso in mattinata non si hanno tracce e ora assume una sbiadita tonalità di rosso, come se si fosse spento dopo una giornata faticosa. Le nubi si muovono veloci, sopra il tratto che separa il mare dall'oceano tutto è nascosto dalla bruma, l’atmosfera è triste e cupa, ci sono pochi turisti oltre a noi e il luogo sembra quasi abbandonato, gli accessi pedonali al ponte sono chiusi per motivi di sicurezza. Non riusciamo a godere della maestosità della costruzione, perciò ci promettiamo di trovare uno spazio nella giornata di domani per poter ammirare al meglio il Golden Gate Bridge prima di lasciare San Francisco e dare inizio alla nostra avventura on the road. E così, nel freddo della serata, ci lasciamo il ponte alle spalle e ci dirigiamo nuovamente verso Fisherman’s Wharf, in un viaggio che ci riserverà qualche imprevisto!

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